CHE Cos'e' lo spreco?
Il termine spreco è definito come l'insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati dalla catena agroalimentare, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.
Si tratta di prodotti perfettamente utilizzabili, ma non più vendibili e che sono destinati a essere eliminati e smaltiti, in assenza di un possibile uso alternativo.
Lo spreco alimentare è un fenomeno che per lungo tempo è stato estremamente sottostimato.
Negli ultimi anni, complici la crisi economica globale, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e il crescente allarme per il cambiamento climatico, si è accresciuta l'attenzione su tale problema, nonché sugli sprechi di materie prime e risorse energetiche connessi.
L’ analisi realizzata nel 2011 dalla FAO stima gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano, mentre un’altra ricerca (Smil, 2010) indica che solo il 43%
dell’equivalente calorico dei prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene direttamente consumato dall’uomo.
Inoltre è importante distinguere:
Si tratta di prodotti perfettamente utilizzabili, ma non più vendibili e che sono destinati a essere eliminati e smaltiti, in assenza di un possibile uso alternativo.
Lo spreco alimentare è un fenomeno che per lungo tempo è stato estremamente sottostimato.
Negli ultimi anni, complici la crisi economica globale, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e il crescente allarme per il cambiamento climatico, si è accresciuta l'attenzione su tale problema, nonché sugli sprechi di materie prime e risorse energetiche connessi.
L’ analisi realizzata nel 2011 dalla FAO stima gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano, mentre un’altra ricerca (Smil, 2010) indica che solo il 43%
dell’equivalente calorico dei prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene direttamente consumato dall’uomo.
Inoltre è importante distinguere:
- Food losses, ossia le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima trasformazione agricola;
- Food waste, ossia gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, distribuzione e consumo finale.
Quanto crediamo di sprecare?
Questo grafico ci dimostra che il 57% delle persone dichiara di gettare “quasi mai” gli avanzi e il cibo non piu' buono, il 27% meno di una volta alla settimana, il 15% almeno una volta a settimana e il 57% dichiara di riutilizzarlo.
Che cosa buttiamo?
Nel mondo ogni anno vanno persi 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, in gran parte sprecate. Si tratta di un terzo della produzione totale di cibo. In Europa e Nord America, ogni consumatore butta via tra i 95 e i 115 Kg di cibo ogni anno. (Dati FAO)
Fra gli alimenti freschi o non cotti buttati nel mondo :
Le percentuali calano considerevolmente quando si tratta di cibi cotti, in questo caso si butta soprattutto:
- frutta (51,2%)
- verdura (41,2%),
- formaggi (30,3%)
- pane fresco (27,8%),
- latte (25,2%), yogurt (24,4%)
- salumi (24,4%)
Le percentuali calano considerevolmente quando si tratta di cibi cotti, in questo caso si butta soprattutto:
- pasta (9,1%)
- cibi pronti e precotti (7,9%).
che Cos'e' l'impronta idrica?
Nel 2002 AY Hoekstra da
UNESCO-IHE introdusse il concetto di water footprint come indicatore
alternativo di uso dell’acqua.
L’impronta idrica è quindi un indicatore del consumo e dell’inquinamento di acqua dolce sia direttamente che indirettamente da parte di un consumatore o di un produttore.
L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.
Nella definizione dell’impronta idrica è data inoltre rilevanza alla localizzazione geografica dei punti di captazione della risorsa.
La stima globale della water footprint è data dalla somma di tre componenti:
- Acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali;
- Acqua verde: è il volume di acqua piovana che si attribuisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo;
- Acqua grigia: rappresenta il capacità di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico.
Ad esempio, il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu.
La water footprint offre quindi una migliore e più ampia prospettiva su come il consumatore o produttore influisce sull’utilizzo di acqua dolce.
L’impronta idrica è quindi un indicatore del consumo e dell’inquinamento di acqua dolce sia direttamente che indirettamente da parte di un consumatore o di un produttore.
L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.
Nella definizione dell’impronta idrica è data inoltre rilevanza alla localizzazione geografica dei punti di captazione della risorsa.
La stima globale della water footprint è data dalla somma di tre componenti:
- Acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali;
- Acqua verde: è il volume di acqua piovana che si attribuisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo;
- Acqua grigia: rappresenta il capacità di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico.
Ad esempio, il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu.
La water footprint offre quindi una migliore e più ampia prospettiva su come il consumatore o produttore influisce sull’utilizzo di acqua dolce.
che Cos'E' L'IMPRONTA CARBONICA?
L'impronta carbonica è il calcolatore delle emissioni di gas a effetto serra e deriva dal termine anglosassone “carbon footprint”.
Esistono tre tipi di impronte:
Imparare a calcolare questa a partire dal nostro consumo alimentare è il primo passo verso una vita con più basse emissioni. L' anidride carbonica infatti è il principale gas a effetto serra che contribuisce al surriscaldamento globale e il suo aumento nell'atmosfera ha causato un aumento delle temperature ambientali del nostro pianeta. Sarebbe dunque preferibile cambiare atteggiamento a partire da semplici scelte quotidiane, possiamo infatti preferire ad esempio il treno alla macchina o qualsiasi altro mezzo pubblico per spostarci.
Esistono tre tipi di impronte:
- La prima deriva dalla misurazione di anidride carbonica emessa dalla combustione di combustibili fossili quali carbone, petrolio o gas formatisi da organismi animali e vegetali rimasti insepolti per molto tempo. Essa dipende dal consumo di energia delle aziende per i propri lavori;
- La seconda è la misura delle emissioni indirette di gas serra e risulta essere la componente principale;
- La terza è la produzione di gas serra derivante da tutto il ciclo di vita dei prodotti e dei materiali e dall'estrazione di questi allo smaltimento finale del prodotto.
Imparare a calcolare questa a partire dal nostro consumo alimentare è il primo passo verso una vita con più basse emissioni. L' anidride carbonica infatti è il principale gas a effetto serra che contribuisce al surriscaldamento globale e il suo aumento nell'atmosfera ha causato un aumento delle temperature ambientali del nostro pianeta. Sarebbe dunque preferibile cambiare atteggiamento a partire da semplici scelte quotidiane, possiamo infatti preferire ad esempio il treno alla macchina o qualsiasi altro mezzo pubblico per spostarci.
PerchE' sprechiamo?
In Europa, una stima di 89 milioni di tonnellate di alimenti sono scartati ogni anno.
Il cibo viene sprecato a qualsiasi stadio della catena alimentare dalla fattoria alla forchetta, da produttori, lavoratori, venditori al dettaglio, ristoratori e consumatori.
Ugualmente, la riduzione dello spreco richiede anche cambiamenti nel comportamento dei consumatori.
Nelle nazioni benestanti d’Europa, una grande porzione di cibo sprecato viene gettata via dalle famiglie (37 milioni di tonnellate).
Ci sono indagini sullo spreco alimentare in tutta Europa.
Molti dati provengono dal Regno Unito che stima che il 60% dello spreco nelle famiglie potrebbe essere evitato, che si traduce in una media di £480 (€565) di risparmio per famiglia ogni anno.
Inoltre, i risparmi ambientali stimati equivalgono a togliere da 1 a 5 macchine dalla strada.
Perché il cibo viene sprecato?
Vi sono molte spiegazioni sul perchè gli alimenti vengano sprecati: queste differiscono tra i settori della catena alimentare.
I dati standardizzati sullo spreco alimentare sono carenti, in particolare nei settori manifatturiero e di vendita.
Anche lo spreco di cibo nell’agricoltura merita un’ulteriore ricerca.
La maggior parte dello scarto nella produzione è apparentemente inevitabile: molti scarti sono inedibili o derivano da fattori tecnici che portano a sovrapproduzione, prodotti deformati o danneggiati.
Il cibo viene sprecato a qualsiasi stadio della catena alimentare dalla fattoria alla forchetta, da produttori, lavoratori, venditori al dettaglio, ristoratori e consumatori.
Ugualmente, la riduzione dello spreco richiede anche cambiamenti nel comportamento dei consumatori.
Nelle nazioni benestanti d’Europa, una grande porzione di cibo sprecato viene gettata via dalle famiglie (37 milioni di tonnellate).
Ci sono indagini sullo spreco alimentare in tutta Europa.
Molti dati provengono dal Regno Unito che stima che il 60% dello spreco nelle famiglie potrebbe essere evitato, che si traduce in una media di £480 (€565) di risparmio per famiglia ogni anno.
Inoltre, i risparmi ambientali stimati equivalgono a togliere da 1 a 5 macchine dalla strada.
Perché il cibo viene sprecato?
Vi sono molte spiegazioni sul perchè gli alimenti vengano sprecati: queste differiscono tra i settori della catena alimentare.
I dati standardizzati sullo spreco alimentare sono carenti, in particolare nei settori manifatturiero e di vendita.
Anche lo spreco di cibo nell’agricoltura merita un’ulteriore ricerca.
La maggior parte dello scarto nella produzione è apparentemente inevitabile: molti scarti sono inedibili o derivano da fattori tecnici che portano a sovrapproduzione, prodotti deformati o danneggiati.